Visita il parco sommerso di Baia

Il Parco Archeologico Sommerso di Baia “Da porto commerciale ad area marina protetta”
Per ripercorrere le tappe principali del lungo percorso che ha portato alla costituzione del parco, bisogna innanzitutto spiegare il perchè quest’area si trova oggi sotto il livello del mare.
Ci troviamo nei Campi Flegrei (dal greco terra ardente). In questa zona di origine vulcanica esiste il fenomeno del bradisismo, esso consiste in un innalzamento (bradisismo positivo) o abbassamento del livello del suolo (bradisismo negativo) relativamente lento sulla scala dei tempi umani ma molto veloce rispetto ai tempi geologici. A volte, come accade nei Campi Flegrei tali movimenti possono ripetersi in maniera ciclica su un periodo di secoli.Generalmente tale fenomeno è dovuto a variazioni di volume di una camera magmatica vicina alla superficie che si svuota e si riempie, o anche a variazioni di calore che influiscono sul volume dell’acqua contenuta nel sottosuolo molto poroso.A causa del fenomeno del bradisismo l’antica fascia costiera ha subito uno sprofondamento con la conseguente sommersione di tutti gli edifici che vi erano costruiti. Siti di grande importanza in epoca romana, dove Pozzuoli era la più celebre città commerciale, Baia la più famosa località residenziale e Miseno la sede della flotta militare, sono oggi sommersi.I primi ritrovamenti di reperti archeologici avvennero negli anni Venti dove in occasione dell’ampliamento della banchina del porto venero portati alla luce sculture, elementi architettonici, fistule aquarie con bolli imperiali.
Negli anni ’40 attraverso delle foto aeree effettuate dal pilota Raimondo Baucher venne evidenziato nello specchio antistante il lago Lucrino l’area archeologica sommersa del Portus Julius.
Malgrado l’interesse suscitato da queste scoperte, nolo negli anni ’60 si avvio nelle acque di Baia la prima campagna di rilevamento archeologico subacqueo. Tali indagini portarono tra il 1959 ed il 1960 alla redazione della prima carta archeologica della città sommersa di Baia.Furono rilevati nei pressi di punta Epitaffio a circa -6 mt di profondità, una strada basolata, fiancheggiata da edifici che si aprivano su di essa, uno di loro si rileverà due decenni dopo, il ninfeo dell’imperatore Claudio, e poi proseguendo verso il largo altri resti di strutture protese sul mare mediante gettate cementizie (oggi sappiamo che sono pertinenti al quartiere marittimo della villa dei Pisoni). Infine l’individuazione a circa 400 mt dalla costa, di alcuni piloni in calcestruzzo, le Pilae, che consentirono l’individuazione dell’antica linea di costa.Il programma fu purtroppo presto interrotto a causa della carenza di mezzi.
Il 1969 segnò due tappe importanti per l’archeologia subacquea e la tutela dell’area di Baia.
La prima, causale, con l’affioramento davanti Punta Epitaffio, a seguito di una mareggiata, di due sculture di grande qualità che furono riconosciute come “Ulisse e compagno con l’otre”, ancora al loro posto nell’abside di un edificio rettangolare (il Ninfeo).
La seconda tappa fù l’accordo tra il soprintendente di Napoli Alfonso De Francis ed il Direttore dell’Orfanotrofio militare, ospitato nel Castello di Baia, di destinare parte di questo complesso a sede del museo archeologico dei Campi Flegrei.
Nonostante molta risonanza nemmeno queste due importanti tappe riuscirono a raggiungere un seguito immediato.
Solo nel 1980 viene avviato il primo scavo subacqueo effettuato direttamente da archeologi, che portò all’identificazione del Ninfeo dell’imperatore Claudio e del suo straordinario complesso scultorio.
Nel 1984 finalmente viene consegnato alla soprintendenza il Castello di Baia ed avviato un progetto di restauro per interventi funzionali: viene istituito un locale ufficio archeologico, un primo laboratorio di restauro, di depositi archeologici. Fu così possibile iniziare i primi interventi di restauro, sperimentali, sulle sculture provenienti dallo scavo del Ninfeo di Punta Epitaffio. Nel 1997 fu allestita all’interno del museo la sala del Ninfeo di Punta Epitaffio dove viene riprodotto il ninfeo sommerso dell’imperatore Claudio che si avvicina all’originale, ma non è una ricostruzione.
Nello stesso periodo riprendeva il rilevamento della città sommersa di Baia, laddove era stato sospeso da Nino Lamboglia, a cura di G. Di Fraia, E. Scognamiglio e N. Lombardi.
Risale a loro l’edizione della carta archeologica di Baia sommersa con il posizionamento degli edifici emergenti dal fondale, situati sulla sponda settentrionale, meglio conservati in quanto meno battuti dalle rotte commerciali. Si tratta del canale di accesso al Baianus Lacus, lo specchio d’acqua di epoca romana simile ad un lago; di un complesso termale a 40 mt ad est di Punta Epitaffio, della villa dei Pisoni; una villa con ingresso a protiro e splendide decorazioni pavimentali, prospiciente un tratto di strada, affiancato a tabernae, resti di peschiere e moli.
Sulla sponda meridionale, nella parte antistante i cantieri navali e la banchina del porto, a causa del devastante effetto del traffico portuale, si conservano solo scarsi resti di edifici, mentre procedendo verso il mare imponenti tratti un molo di banchina in calcestruzzo, perpendicolare al grande molo romano, protetto da alcune pilae, con resti di fondazioni in casseforme con tratti lignei eccezionalmente conservati.
A sud della punta del Castello di Baia, che si trova al di fuori dell’area portuale, grazie anche alla maggiore profondità vi sono i resti di spettacolari peschiere per l’allevamento di pesci e molluschi.
Nel 1987 viene posto il vincolo archeologico della fascia marina dei 500 mt dell’intero ambito Flegreo con il divieto di alterare lo stato dei luoghi.
Tra il 1994 ed il 1998 vengono emanate specifiche ordinanze dalla capitaneria di porto per regolamentare il transito delle motonavi commerciali.
Nel 1998 la la soprintendenza prende in consegna lo specchio d’acqua della sponda settentrionale.
Nel 1999 viene realizzato il primo percorso di visita per subacquei.
Nel 2000 a causa di un grave danneggiamento a causa di un traghetto incagliatosi nel fondale, viene sospesa definitivamente l’attività del porto commerciale.
Il 7 agosto 2002 viene istituito il parco archeologico sommerso di Baia equiparato ad area marina protetta.
La gestione provvisoria del parco sommerso è stata affidata alla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Caserta, successivamente Soprintendenza Speciale di Napoli e Pompei. Nel 2016 i Campi Flegrei diventano Soprintendenza Speciale che prende il nome di Parco Archeologico dei Campi Flegrei a cui viene affidata la gestione del Parco Sommerso di baia
Da allora sono stati fatti passi da gigante nella tutela e la valorizzazione dell’area. I problemi da risolvere sono ancora tanti ma il percorso appare oggi delineato.
DECRETO ISTITUTIVO DEL PARCO
Il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio di concerto con i Ministeri per i Beni e le Attività Culturali, delle Infrastrutture e dei Trasporti, delle Politiche agricole e forestali e d’intesa con la Regione Campania ha istituito il Parco Sommerso di Baia (D.I. 7.08.2002), equiparato ad area marina protetta. L’area comprende il litorale di Bacoli e Pozzuoli compreso tra la testata del molo di limite meridionale del porto di Baia (molo OMLIN) e il molo di Lido Augusto (Pozzuoli) ed è divisa in tre zone: riserva integrale (A), generale (B), parziale (C). La gestione provvisoria del Parco sommerso è stata affidata alla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Caserta.
Il Parco Sommerso di Baia ha come finalità primarie
• la tutela e la valorizzazione ambientale ed archeologica, anche per finalità occupazionali;
• la divulgazione della conoscenza della biologia degli ambienti marini e del patrimonio archeologico sommerso;
• effettuazione di programmi di carattere educativo per il miglioramento della cultura nel campo dell’ecologia, della biologia marina e dell’archeologia;
• la realizzazione di programmi scientifici per approfondire la conoscenza e lo studio dell’area;
• la promozione di uno sviluppo socio-economico compatibile privilegiando le attività tradizionali locali già presenti, i cittadini residenti e le imprese con sede nei comuni ricadenti nell’area.
I parchi sommersi di Baia nel golfo di Pozzuoli e di Gaiola nel golfo di Napoli sono istituiti ai sensi dell’art. 114, comma 10, della legge n. 388 del 2000 (Legge finanziaria 2001) con decreto del Ministro dell’ambiente, di concerto con i Ministri per i beni e le attività culturali, dei trasporti e della navigazione e delle politiche agricole e forestali e di intesa con la regione Campania.
Sono costituiti da un ambiente marino avente rilevante valore storico, archeologico-ambientale e culturale.
31 gennaio 2007
Convenzione
Il 30 gennaio 2007 viene firmata una convenzione tra la soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta e l’Associazione Temporanea di Imprese Assodiving Flegreum rappresentata dal Centro Sub Campi Flegrei per la concessione e relativa regolamentazione delle visite subacquee nel Parco Archeologico Sommerso di Baia. Il 7 Agosto 2007 l’associazione Assodiving Flegreum diventa Consorzio Campano Assodiving Flegreum.
Per la concessione e relativa regolamentazione delle visite subacquee nell’area marina protetta di Baia (NA).
L’anno duemilasette (2007), il giorno 30 del mese di gennaio
TRA
-la Soprintendenza per i beni archeologici delle province di Napoli e Caserta nella persona del suo legale rappresentante il soprintendente Maria Luisa Nava , di seguito denominata soprintendenza
E
L’ATI Srl denominata Assodiving Flegreum (consorzio di diving), rappresentata dal “Centro Sub Campi Flegrei” .
PREMESSO CHE
-La Soprintentenza,anche in qualità di ente gestore del Parco Sommerso di Baia,istituito con Decreto Interministeriale del 07/08/2002,ha un interesse istituzionale alla diffusione della conoscenza dello stesso;
-i Diving si sono consorziati per la specifica finalità di ottenere l’autorizzazione della soprintendenza ad effettuare visite turistiche subacquee;
SI CONVIENE E STIPULA QUANTO SEGUE
ART.1
Le premesse formano parte integrante dell’atto.
ART.2
L’ATI s’impegna ad effettuare le immersioni con guide fisse abilitate per un numero massimo di otto persone ad immersione.
ART.3
L’ATI s’impegna ad effettuare al massimo n.5 immersioni giornaliere relativamente ad ogni zona.
ART.4
L’ATI s’impegna a predisporre a proprie spese su ogni sito archeologico un punto di ancoraggio (corpo morto o gavitello), da individuarsi a cura del gruppo archeologico subacqueo della Soprintendenza.
ART.5
Il costo del biglietto per ogni visita ammonta ad € 35,00.
ART.6
L’ATI s’impegna ad inviare alla Soprintendenza entro il 5 di ogni mese , il calendario con l’indicazione delle date relative alle visite subacquee.
ART.7
L’ATI s’impegna a pagare alla soprintendenza ogni tre mesi , le royalties del 10% sul fatturato lordo complessivo.
ART.8
L’ATI s’impegna a comunicare ed a giustificare , con rendiconti delle immersioni compiute , il versamento sopra previsto entro i cinque giorni del mese successivo al pagamento (aprile-luglio-ottobre-gennaio).
ART.9
L’ATI s’impegna a stipulare una polizza assicurativa per gli eventuali danni che dovessero derivare ai visitatori dall’attività oggetto di concessione. Le spese di bollo e le eventuali spese accessorie sono a carico del Concessionario.
ART.10
Le parti si impegnano ad integrare la presente convenzione ogni qual volta lo si ritenesse necessario.
ART.11
La presente convenzione ha durata annuale espressamente rinnovabile alla scadenza.
ART.12
La presente convenzione sarà sottoposta a decadenza nel caso di mancato pagamento di una rata trimestrale delle royalties dovute qualora siano decorsi 30 giorni dal termine di scadenza.
ART.13
In caso di controversia il foro competente in via esclusiva sarà quello di Napoli.
ART.14
Il presente atto viene redatto in triplo originale e, previa lettura e conferma , viene sottoscritto dalle parti il giorno, mese ed anno sopra indicato.
Il 7 Agosto 2007 nasce il Consorzio Campano Assodiving Flegreum. Rimane invariato il regolamento per le immersioni. Successivamente nel 2012 le autorizzazioni sono rilasciate ai singoli diving.
Nel 2016 i Campi Flegrei diventano Soprintendenza Speciale denominata “Parco Archeologico dei Campi Flegrei”. Viene stilato un nuovo regolamento ed istituito un “Ticket” di ingresso di euro 5,00 per ogni escursione in immersione ed euro 3,00 per ogni escursione snorkeling. Il nuovo regolamento è entrato in vigore ma è ancora provvisorio. L’Ente Gestore insieme alle aziende interessate sta lavorando al regolamento definitivo.
Siti di immersione:
Ninfeo Sommerso
Portus Julius
Villa dei Pisoni
Villa a Protiro
Secca delle Fumose
Villa antistante il Castello Aragonese
Villa Marittima di Marina Grande
Torre del Faro di Miseno e Presepe
Terme del Lacus
RESTAURO DI UN NUOVO MOSAICO E NUOVO PERCORSO
Dal 1 Luglio inizieranno i lavori di restauro del nuovo mosaico policromo da parte dell’ISCR di Roma sezione subacquea diretto dalla Dott.ssa Barbara Davidde. Durante il mese di luglio sarà possibile effettuare immersioni subacquee, ammirare i fondali del parco e contemporaneamente vedere i restauratori all’opera, grazie al progetto avviato dall’Ente Gestore, Parco Archeologico dei Campi Flegrei, in partner con l’ISCR, “Cantieri Aperti”.
IV EDIZIONE ARCHEOCAMP
Dal 26 ottobre al 1 Novembre 2020 ci sarà la IV edizione dell’Archeocamp rassegna di Archeologia Subacquea ideata dal Centro Sub Campi Flegrei. Un’intera settimana dedicata all’archeologia subacquea con mostre, convegni, immersioni, snorkeling, corsi di formazione in archeologia subacquea, laboratori per ragazzi e tanto altro ancora.
SNORKELING
Se desiderate fare un tuffo nell’affascinante storia del nostro paese, gli istruttori del Centro Sub Campi Flegrei vi accompagneranno nella visita del Parco Archeologico Sommerso di Baia a Napoli. Equipaggiati di maschera e pinne, potrete visitare il Parco Archeologico Sommerso di Baia e osservare ciò che resta della civiltà che viveva qui nell’antichità: ville e mosaici ora immersi in una nuvola di pesci … non c’è bisogno di essere un subacqueo brevettato per nuotare tra le rovine romane!
PADI SPECIALTÀ DISTINTIVA – UNDERWATER ARCHAEOLOGY DIVER
Questo corso è ideato in modo da costituire un’introduzione sicura e supervisionata all’archeologia subacquea. È concepito in modo che i subacquei imparino le nozioni teoriche, comincino a praticare le tecniche e le procedure di pianificazione ed imparino a conoscere i problemi ed i pericoli dell’immersione a scopo archeologico. L’importanza di l’impiego di tecniche rispettose dell’ambiente e della sensibilità di attività archeologica sarà ribadito durante tutto il corso.
L’addestramento deve evidenziare il divertimento, il valore sociale e personale, la soddisfazione ed enfatizzare la sicurezza. Al termine del corso verrà rilasciato il brevetto distintivo in Archeologia Subacquea della PADI e un attestato di partecipazione.
CORSO DI INTRODUZIONE ALL’ARCHEOLOGIA SUBACQUEA
In collaborazione con REITIA – Documentazioni per l’Archeologia Subacquea.
Reitia, International Training Partner della Nautical Archaeological Society (NAS – punto di riferimento internazionale nella formazione in archeologia subacquea), organizza, con la collaborazione del Centro Sub Campi Flegrei presso il Parco Sommerso di Baia – Pozzuoli (NA), i corsi NAS Introduction to Foreshore and Underwater Archaeology e NAS Part I: Certificate in Foreshore and Underwater Archaeology secondo standard didattici validati a livello internazionale, accreditati dall’UNESCO e riconoscuito come crediti universitari in molti paesi europei ed extraeuropei.
I corsi di formazione prevedono l’apprendimento dei principi di base dell’archeologia subacquea con lo studio dei principali ambiti operativi e delle metodiche di rilevamento 2D/3D con simulazione di diverse situazioni operative in reali ambienti archeologici secondo gli standard della NAS e le indicazioni dell’Associazione Italiana Operatori Scientifici Subacquei (AIOSS) e dell’European Scientific Diving relative alle immersioni subacquee condotte con finalità scientifiche.
CAMPI SUBACQUEI DI VOLONTARIATO
In collaborazione con il diving Centro Sub Campi Flegrei
Il centro Sub Campi Flegrei intende completare il lavoro svolto nei campi precedenti nel parco archeologico sommerso di Baia. Terminati questi lavori, ci si sposterà nel tratto di costa prospiciente il Castello Aragonese di Baia, ove sono sommersi dei resti di una grande villa marittima, della quale sono state riconosciute le peschiere, i padiglioni e vari ambienti porticati. E’ notevole una struttura semianulare, probabilmente un’altra peschiera, protetta da pilae o opus pilarum (grossi blocchi in opera cementizia e tufo che sembrano formare sulle facce a vista lo schema dell’opus reticolatum), che si suppone possano essere testimonianza della presenza di un molo.
Verranno effettuati: la classificazione delle biodiversità presenti, la riproduzione di particolari architettonici delle strutture murarie, il rilievo tridimensionale di queste, la quotazione altimetrica e la riproduzione artistica delle sei statue presenti nel Ninfeo di Claudio. Nell’altro sito si realizzerà la ricostruzione e la planimetria dei resti murari e dell’opus pilarum. Verranno poi stilate mappe del sito, schede di divulgazione delle specie presenti e costruito un plastico in rilievo.
Il progetto iniziato nel 2006 ha come obiettivo quello di aumentare la fruibilità del parco.
IL RILIEVO FOTOGRAFICO DOCUMENTALE DIGITALE IN ARCHEOSUB
In collaborazione con REITIA – Documentazioni per l’Archeologia Subacquea
Il workshop programmato per tre giorni è rivolto a studenti, laureati in archeologia e conservazione dei beni culturali e a sommozzatori in possesso di brevetto di immersione ARA e di un certificato medico di idoneità non agonistico all’attività subacquea, interessati ad acquisire una preparazione di base sulle tecniche di ripresa fotografica subacquea digitale con finalità di di documentazione scientifica. Il workshop a numero chiuso è riservato a massimo 10 allievi, si articolerà in sessioni teoriche e pratiche tenute da istruttori di Reitia e da specialisti del settore. Al termine del corso verrà rilasciato il brevetto internazionale di Fotografia Subacquea della CMAS/ACDC (Ph1) e un attestato di partecipazione che potrebbe essere utile ai studenti seguendo il NAS PART III: Advanced Certificate in Foreshore and Underwater Archaeology.
CORSO DI ALTA FORMAZIONE ALL’ARCHEOLOGIA SUBACQUEA (NAS Part II & Part III)
In collaborazione con REITIA – Documentazioni per l’Archeologia Subacquea